Aggiungo sempre fiori all’immagine femminile. Non tanto per l’iconografia classica che associa bellezza e dolcezza al corpo e al volto di donna. In realtà sono affascinata dalla geometria intrinseca o geometria nascosta offertaci dal mondo naturale. Vado oltre l’apparenza e l’estetica, la fragilità e l’estemporaneità di un gradevole elemento naturale. Il modulo matematico, la ripetizione della formula, che travalica i milioni di anni nello sbocciare di un fiore, è il vero punto che intendo aggiungere alla rappresentazione della donna. Non solo immanente ma trascendente, più legata alla Natura con i suoi cicli e misteri, come una moderna Jana e romanticamente ancora portatrice e custode di antichi saperi.